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La zona pedemontana veneta era nota per la produzione di calzature, una tradizione iniziata durante il periodo della Grande guerra, quando nel Trevigiano, ritrovatosi sul fronte, si diffuse la produzione di calzature militari per supportare i soldati. L'industria continuò anche nei decenni successivi, sviluppandosi e specializzandosi ulteriormente. È in questo contesto che nasce l'azienda Diadora (a Caerano di San Marco, nel 1948), come ditta specializzata in scarponi da montagna: il fondatore Marcello Danieli, chiamato anche Ottavio perché ultimo di otto fratelli, aiutato dalla moglie e da un socio, Rinaldo Menegon, inizia una produzione artigianale. All'inizio scarpe da lavoro nei campi e da boscaiolo. Non c'è ancora il marchio, la pelle è comprata in Toscana; Danieli va in giro a vendere il prodotto: nel giro di pochi anni il calzaturificio sarà noto per la sua qualità, prima nel Veneto e quindi in tutta Italia. Il nome venne suggerito a Danieli da un suo rappresentante: Diadora era il nome antico di Zara, la città dalmata in cui era nato e da dove era dovuto fuggire profugo in Italia, a seguito della cessione della città alla Jugoslavia. C'è anche chi sostiene che prese spunto da uno storico sodalizio sportivo fondato nel 1898 a Zara e rifondato poi dagli esuli nel 1962 al Lido di Venezia, il Circolo Canottieri Diadora. Etimologicamente di derivazione greca, Diadora ha comunque un doppio significato: il primo si lega alla zona dalmata di Zara (più precisamente, con Diadora veniva indicato lo zaratino); il secondo significato deriva dall'unione dei termini Dia e Dora, che in italiano si può tradurre con 'condivisione di doni o onori'. Nel gennaio 1967 i due soci si separano e nasce il Calzaturificio Diadora. Con gli anni Sessanta e il più diffuso benessere che investe l'Italia, Diadora, grazie all'acquisto di nuovi macchinari e brevetti americani di produzione (come ad esempio la pressofusione), si evolve in una vera e propria fabbrica, con produzione di dimensioni e processi industriali, ma riuscendo a mantenere un'ottima qualità, e con essa la fama a livello nazionale. Ma gli anni Sessanta portano anche a una maggiore attenzione degli italiani verso il mondo sportivo, e ciò spinge Diadora ad aggiungere alle pedule e agli scarponi la produzione di scarponi da sci e di doposci. Nel 1970 l’azienda si aggiudica il premio per la stivaleria da montagna dell’Accademia Internazionale dell’Alta Moda di Torino. Nel 1976 istituisce il Premio Atleta d’Oro, un riconoscimento ai migliori atleti e professionisti sportivi di tutto il mondo che diventa nell’arco di circa quindici anni la più importante manifestazione sportiva del genere. Negli anni Settanta, e in particolare con Montréal 1976, il marchio (all'inizio i cerchi olimpici; dal 1973 assume la forma della freccia alata) si impone nel mondo dello sport attraverso la sponsorizzazione di alcuni celebri campioni del tennis e del calcio, fra i quali Björn Borg, Roberto Bettega, Marco Tardelli, Walter Zenga e Giuseppe Gentile, seguiti dall'atletica leggera, da Gabriella Dorio sino a Ben Johnson. Questa campagna di sponsorizzazione traina Diadora in ambito internazionale: la produzione supera i tre milioni di paia, che vengono distribuiti da oltre 3.500 punti di vendita in 45 paesi di tutto il mondo. Grazie a Diadora (in cui già da tempo lavorano i tre figli di Marcello Danieli, ossia Roberto, Pierluigi, Diego) nasce anche la moda della scarpa da tennis calzata al di fuori del contesto sportivo, usata dai ragazzi come accessorio casual. Sempre negli anni Settanta è attuata una diversificazione della gamma di sport sponsorizzati, che ingloba pallacanestro, pallavolo, pugilato, scherma, automobilismo, motociclismo, ciclismo e pentathlon, ma soprattutto la creazione nel 1981 del Centro Ricerche Diadora in collaborazione con i bioingegneri e gli ortopedici del Politecnico del Don Gnocchi di Milano, che porta a Diadora grandi innovazioni tecniche e materiali d'avanguardia. Oggi Diadora è uno dei maggiori marchi nel mondo dello sport ed è nota anche attraverso il marchio Utility Diadora, con cui è capofila nella produzione di scarpe antinfortunistiche. Nel 2020 il Centro di Ricerca, chiuso temporaneamente negli anni Novanta, viene riaperto e nel 2022 avviata la collaborazione tecnica per la ricerca con il maratoneta Massimo Stano, vincitore della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo del 2021, e nel 2023 quella con il velocista italiano Samuele Ceccarelli. Nel 2021 Diadora lancia Equipe Atomo storica scarpa da running dell’azienda che dopo 30 anni torna ad essere studiata, sviluppata e prodotta in Italia.